Ha un sesso il cervello 2016

Il cervello di uomini e donne funziona davvero diversamente? Oppure è da ritenersi “unisex”? Da tempo, scienziati, accademici, sociologi, psicologi, femministe, si interrogano sull’argomento. L’edizione di Brainforum HA UN SESSO IL CERVELLO? prova a fare chiarezza dopo decenni di stereotipi, luoghi comuni, dispute sociali, etiche e culturali contrapposte a “certezze” scientifiche – o presunte tali.
Il convegno del 20 maggio al Tempio di Adriano di Roma rivolto non solo a ricercatori e studiosi, ma anche al pubblico non specialistico, ha presentato un tema molto controverso e di grande attualità, in un momento in cui il dibattito sulle qualità e l’identità di genere tocca anche il mondo politico e legislativo. Organizzato da BrainCircle Italia insieme alla European Brain Research Institute (EBRI), la Fondazione di Rita Levi Montalcini per promuovere la ricerca sul cervello, il Brainforum vuole costituire un omaggio alla grande scienziata, premio Nobel. Come spiega il Prof. Pietro Calissano, il suo più stretto collaboratore per decenni e che oggi presiede l’EBRI: “Rita ha sempre avuto molto a cuore questo tema, riteneva che le donne fossero assolutamente pari agli uomini come capacità di pensiero, anche scientifico, e lo ha manifestato nei suoi numerosi incontri con il pubblico, ma anche con il numero crescente di giovani ricercatrici chiamate all’EBRI e con la creazione di una Fondazione che distribuisce borse di studio a giovani donne africane per continuare gli studi nei loro Paesi di origine”.
Al dibattito hanno partecipato neurobiologi, genetisti, psicanalisti, neuroscienziati, esperti in bioetica, sociologi, che proporranno, ciascuno dal proprio punto di osservazione, riflessioni e anche critiche alla tesi della neuroscienziata israeliana.
Ad aprire la tavola rotonda, la lectio magistralis della professoressa Daphna Joel, ricercatrice presso la Sagol School of Neuroscience della Tel-Aviv University, che ha esposto una tesi innovativa, elaborata anche grazie alle nuove tecnologie di imaging cerebrale. Secondo Daphna Joel la differenza di genere non esiste, così come non esiste un cervello maschile e un cervello femminile, ma solo comportamenti definiti arbitrariamente maschili o femminili, e che sono invece assolutamente interscambiabili e sovrapponibili, connotati sessualmente solo da usanze sociali e culturali.
Le conclusioni della scienziata hanno scatenato il dibattito nel mondo scientifico e nella società civile. La professoressa Joel, infatti, sfida il pensiero comune sulla diversità funzionale del cervello di uomini e donne, e anche le più diffuse tesi sulla identità di genere, bandiera del movimento femminista e delle rivendicazioni basate sul gender.
Nella lectio, Daphna Joel sostiene che i cervelli di uomini e donne sono identici a livello strutturale, mentre su un piano funzionale non esiste specificità di risposte celebrali etichettabili come maschili e femminili, ma piuttosto un composito mosaico di comportamenti connotati sessualmente dalla cultura e dalle usanze.
Con Daphna Joel si è confrontato un panel prestigioso di studiosi che ha aperto il dibattito ad aspetti legati alla fisiologia, alla genetica e all’ epigenetica, alla psicologia, analizzando i numerosi fattori che contribuiscono a determinare i comportamenti, e anche l’impatto etico-culturale e sociale in senso allargato di queste nuove teorie: Simona Argentieri, medico psicoanalista, Fiorenzo Conti e Martine Ammassari Teule, neurobiologi, Antonio Fantoni, genetista, Alberto Carrara, neuroeticista esperto in neuroscienze, Silvana Greco, sociologa e la giornalista del Corriere della Sera Laura Ballio.