La Scienza e Noi 2019

Riprende l’atteso ciclo di incontri con La Scienza e Noi, al Piccolo Eliseo di Roma, in cui esperti e scienziati di fama internazionale, intervistati da Viviana Kasam, si rivolgono a un pubblico eterogeneo (appassionati, ricercatori, giovani) per trasmettere, attraverso il linguaggio del teatro, non da “addetti ai lavori”, l’emozione e la bellezza della scienza.
Anche in questa edizione La scienza e noi ha invitato sei relatori di grande rilievo nazionale e internazionale per raccontare le ricerche più all’avanguardia e come trasformeranno il quotidiano di ognuno di noi.

Modera gli incontri: Viviana Kasam.

4 febbraio ore 20 – Dall’intelligenza delle piante il nostro futuro

Le piante dimostrano di avere intelligenza, socialità e cura della famiglia e la fotosintesi è un’attività intelligente estremamente complessa. L’intelligenza delle piante ispira oggi anche la ricerca della robotica che, imitando le capacità dell’apparato radicale, sta sviluppando nuovi robot per il monitoraggio dei suoli e per l’esplorazione di ambienti impervi.

Relatori di questo appuntamento: Renato Bruni e Barbara Mazzolai

18 febbraio ore 20 – Dalle lingue impossibili al suono del pensiero: un viaggio nella neurolinguistica

La struttura del linguaggio umano è diversa da quella di ogni altro animale. Per questo motivo la neurolinguistica è oggi una delle discipline più studiate nell’ambito delle neuroscienze. Molte sono le domande che si affollano: la struttura del linguaggio è convenzionale e arbitraria o segue una guida biologicamente determinata? Che cosa sappiamo della relazione tra grammatica e cervello? Che cosa accade al suono delle parole, quando il linguaggio rimane nella mente?

Relatore di questo appuntamento: Andrea Moro

4 marzo ore 20 – Il tempo esiste solo nel nostro cervello?

Domenica Bueti e Mauro Dorato si confronteranno su un tema affascinante: l’esistenza del tempo. Secondo molti fisici oggi il tempo assoluto non esiste, è solo un’illusione. Secondo i neuroscienziati, senza il presupposto del tempo non si formerebbero identità e autocoscienza.

Possiamo immaginare un mondo senza tempo?

18 marzo ore 20 – Magia, cervello e matematica: come i numeri governano il nostro pensiero

Una conferenza-spettacolo dedicata ai numeri, con uno show di intriganti giochi di magia basati su principi matematici, presentati dalla scienziata Antonietta Mira, e commentati da uno dei più noti e autorevoli neuroscienziati italiani, Giorgio Vallortigara.

Antonietta Mira, professore di Statistica presso l’Università della Svizzera italiana, USI, e l’Università dell’Insubria, è appassionata di giochi di prestigio che hanno alla base principi matematici e ha pubblicato, con il maestro Vanni Bossi e l’Ing. Francesco Arlati, il volume Mate-Magica (Aboca). Gli spettatori più attenti e curiosi dei suoi giochi di magia sono i bimbi ricoverati in pediatria al Policlinico San Matteo di Pavia che Antonietta visita come volontario clown-dottore della Compagnia del Sorriso ONLUS. L’espediente educativo della mate-magia è molto efficace: il prestigio, creato da semplici regolarità matematiche, motiva lo spettatore a capire la matematica sottostante per poter riprodurre il gioco e, a sua volta, sorprendere, moltiplicando così lo stupore all’infinito.

Sempre con finalità di divulgazione scientifica, Antonietta ha creato, insieme a L’ideatorio dell’USI, una mostra per rendere popolari e affascinanti concetti di matematica, probabilità e statistica troppo spesso considerati difficili, noiosi o inutili. La mostra, “Diamo i numeri!”, è stata inaugurata a Lugano tre anni fa e sta ora girando in tutto il mondo.

Giorgio Vallortigara, ordinario di Neuroscienze e Direttore Vicario del Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento, partirà dalla performance di Antonietta Mira per raccontare come nasce la matematica nel cervello. Anche gli animali sanno contare. Negli ultimi anni c’è un crescendo di risultati nelle ricerche sulle capacità numeriche delle altre specie: pulcini che contano, api che capiscono cosa sia lo zero, scimmie che fanno addizioni e sottrazioni… Ma la capacità di calcolo astratto è solo umana. Come la abbiamo sviluppata? È già nel nostro cervello alla nascita, trasmessa quindi per via genetica, o viene appresa fin dalla primissima infanzia? Nella nostra linea evolutiva, perché abbiamo affinato le capacità di calcolo? Nel cervello, sono stati individuati i cosiddetti “neuroni del numero”. Cosa significa tutto ciò? Dobbiamo ripensare l’origine e la storia evolutiva delle capacità numeriche? E in che cosa, e per quali ragioni, gli esseri umani rimangono diversi dagli altri animali, avendo sviluppato essi soli l’edificio imponente delle matematiche?

Una serata di scienza e intrattenimento per capire uno dei più affascinanti misteri del cervello.

1 aprile ore 20 – Leggere il pensiero: dalla parapsicologia alla scienza

“Tutto quello che può fare il genere umano è muovere i propri muscoli, sia per abbattere una foresta che per sussurrare o scrivere un concetto filosofico”. Questa frase, riadattata da Charles Sherrington, grande neuroscienziato degli anni ’30, è messa alla prova, nel nuovo millennio, da tecnologie in grado di leggere alcune (semplici) cose dentro la nostra testa.

Muovere le cose con il pensiero non è più una prerogativa dei maghi: oggi lo studiano gli scienziati per aiutare, in un prossimo futuro, le persone con arti non funzionanti e, in un futuro più lontano, per interagire naturalmente con le macchine intelligenti da cui saremo circondati.

I media e la fantascienza ci hanno abituato a idee quali poter muovere delle cose con il pensiero, poter “leggere” i pensieri delle persone, poter comandare arti artificiali con la sola volontà mentale. Basta pensare a un qualsiasi episodio di X-men con i poteri dei diversi super-eroi.

In questa chiacchierata con il prof. Fabio Babiloni, docente di neuroscienze e bioingegneria dell’Università Sapienza di Roma, verrà affrontato il tema di come sia possibile attualmente per la scienza interpretare e riconoscere alcuni semplici “pensieri” dell’uomo e degli animali a noi più prossimi (primati).

Si parlerà anche del modo in cui si è arrivati a decodificare in tempo reale l’attività cerebrale di persone in stato vegetativo e come poter dialogare, in maniera molto semplificata, con persone che non sono in grado di muovere un muscolo del loro corpo a causa di malattie progressive degenerative.

Si parlerà del sogno di muovere con il pensiero arti artificiali, per poter restituire mobilità a persone che l’hanno perduta, o destrezza a persone che non hanno più le mani, così come anche la possibilità di muovere degli oggetti con il pensiero.

Per ultimo, si parlerà di quanto questa “lettura” della nostra mente potrà farci interagire in un prossimo futuro con gli ambienti di lavoro (aerei, automobili, sale di controllo di metropolitane e ferrovie) e di quanto ancora la scienza ci separa dalle aspettative che invece la fantascienza ci suggerisce come prossime.

15 aprile ore 20 – Blockchain: oltre il bitcoin c’è di più

Ci siamo abituati a sentir nominare la blockchain in relazione ai bitcoin, ma oggi i suoi impieghi sono numerosi e le potenzialità significative per il quotidiano di ciascuno di noi, perché questa tecnologia sta contribuendo a cambiare alcuni dei principi alla base della nostra società e soprattutto alla base del concetto di proprietà.

Ospite della serata Renato Grottola, M&A and Digital Transformation Director di DNV GL – Business Assurance, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale, presente in oltre 100 Paesi per assistere le aziende e garantire l’efficienza di organizzazioni, prodotti, personale, e di strutture e catene di fornitura attraverso servizi di certificazione, verifica, valutazione e formazione.

Letteralmente “catena di blocchi”, la blockchain è una struttura di dati condivisa e immutabile. Un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “pagine” (dette blocchi), concatenate in ordine cronologico e la cui integrità è garantita dall’uso di crittogrammi e algoritmi matematici. Il suo contenuto, una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di invalidare l’intera struttura. La blockchain garantisce così a tutti la possibilità di disporre, in totale trasparenza, di dati registrati in archivi immutabili e di pubblico dominio. Una sorta di libro mastro digitale, senza la necessità di intermediari che ne garantiscano la validità.

Questo è fondamentale, per esempio, rispetto al concetto stesso di proprietà. Da sempre la proprietà si basa sulla registrazione “di chi possiede cosa” garantita da un’autorità centrale – quale può essere una banca o un ufficio governativo – verso la quale tutti ripongono fiducia e che svolge un ruolo di mediatore in ogni transazione. È cura dell’autorità garantire, per esempio, che le case non siano vendute da chi non le possiede. La blockchain ha introdotto una nuova modalità trasparente e decentralizzata di registrazione delle transazioni finanziarie (o di qualsivoglia dato), introducendo di fatto un nuovo concetto di fiducia. La fiducia non è più basata su un registro centrale, ma sulla diffusione, trasparenza e possibilità di accesso alle informazioni.

L’incorruttibilità che caratterizza la blockchain, insieme alla sua capacità di consentire l’interazione tra piattaforme ed ecosistemi diversi, anche grazie all’IoT (Internet of Things, Internet delle Cose) la rende una tecnologia ideale da impiegare anche al di fuori degli scambi finanziari. Alcune applicazioni sono già sul mercato e riguardano realtà del settore vitivinicolo e agroalimentare, ma anche il luxury, l’healthcare e l’automotive. Una tecnologia che influenzerà sempre di più la nostra vita quotidiana, in grado di cambiare il modo in cui si producono e distribuiscono beni consentendo un maggiore controllo diretto sulle filiere, ma con enormi potenzialità anche per cambiare il rapporto con la pubblica amministrazione.

La vera sfida adesso è renderla una tecnologia di massa per moltiplicarne i benefici. Grottola spiegherà come sono nate le blockchain e quali sono le prospettive future.

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